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                            le 4 FASI DI APPRENDIMENTO NEL JEET KUNE DO

                                                            師古 人格化 創練 超脫

 

Shī Gǔ imitare seguendo la tradizione o lo stile antico 師古

Rén Gé Huà personalizzare 人格化

Chuàng Liàn creare  創練

Chāo Tuō distaccarsi – trascendere 超脫

SHI-REN-CHUANG-CHAO sono le quattro tappe dell' apprendimento che deve necessariamente attraversare un allievo e quindi necessitano la guida di un Maestro. Questo processo è molto simile al Shu-Ha-Ri Giapponese, ma qui le fasi sono diverse e 4, non 3, perché il Jeet Kune Do si basa sull’ individuo, quindi su un concetto molto più profondo che ha che fare con l’animo umano, infatti quest'Arte Marziale non può essere massificata.  Quando impariamo un lavoro a esempio, all’inizio non ne sappiamo nulla, perciò dobbiamo creare un nuovo percorso neuronale, delle nuove sinapsi. Allo stesso modo, l’allievo impara le basi, i principi fondamentali dell'Arte facendo un semplice COPIA-INCOLLA, tuttavia quì il Principio nel segno della Via è diverso da quello tradizionale infatti, egli viene sempre spronato ad avere dubbi e a farsi delle domande per non accettare mai per buono tutto quello che gli viene propinato, perchè è lo stesso insegnante a proteggerlo dalla propria influenza. E questa è la fase del Shī Gǔ o del procedere per imitazione, dove il Maestro lo guida correggendone gli errori e lo esorta a non mollare a non arrendersi davanti alla prima difficoltà fisica e mentale delle tecniche, ma soprattutto responsabilizzandolo affinché egli acquisti la giusta consapevolezza. Shī Gǔ contiene tutta la costanza, il fervore, l'entusiasmo e lo sforzo che l'allievo può dominare attraverso la volontà. Nelle Arti Marziali la tecnica è il mezzo attraverso il quale si esprime l'Artista, così come la parola è il mezzo dell'oratore. Non esiste altra possibilità di espressione in quanto il gesto è manifestazione e comunicazione insieme. Un bambino per diventare uomo deve imparare le regole della Società in cui è inserito. Se non lo farà, crescerà nell'anarchia e la stessa Società lo emarginerà segnandolo come individuo asociale. Tutto avviene tramite il comportamento corretto che significa rispetto del rapporto con i propri simili e questo non può essere ignorato. Inizialmente tale compito spetta ai genitori, poi alle istituzioni formative come la Scuola, i Patronati Associativi (di qualunque religione o indirizzo) ed aventualmente ai tutors. Shī Gǔ è una battaglia interiore che deve essere accettata e affrontata con estrema onestà perchè è la base di tutto, il piedistallo su cui poggerà la futura formazione e il rischio di un fallimento è molto elevato perchè il praticante potrà si avanzare, ma se non avrà percorso questo stadio acquisendo la giusta mentalità, rimmarrà un principiante tutta la vita. Infatti il Viaggio è molto più importante della meta che spesso è illusoria: ci sono molti istruttori di alto livello che ritengono di avere una grande ed eccelsa esperienza di 25-30 anni, ma non si sono mai chiesti onestamente quante ore hanno dedicato in realtà alla loro formazione giornaliera, ossia quante ore si sono allenati, hanno ricercato, studiato, approfondito cioè hanno cercato di essere coerenti con quel famoso e tanto reclamizzato "Walk On" con cui si lavano la bocca costantemente: in realtà se guardiamo bene a fondo e scaviamo nel loro vissuto scopriamo che sono semplicemente dei ripetenti,  perchè al massimo hanno ripetuto 1 anno per 30 volte ! Questo è il risultato di un Shī Gǔ sbagliato ovvero approcciato in malo modo e quando questo succede l'effetto è disastroso, perchè ogni fase contiene le altre in modo ciclico e funzionale e se il "movimento" è bloccato a causa di un approccio sbagliato tutto si blocca. Ecco che allora l'Ego ha il sopravvento e subbentrano le credenze sbagliate che a loro volta fanno assumere posizioni sbagliate. 

 

Rén Gé Huà : personalizzare. Questo è lo stadio seguente contenuto nel primo e dove esiste la presa di coscienza ovvero un inizio di consapevolezza. Un buon allievo ci arriva dopo circa 4 anni di costante lavoro ma la porta della fuga è ancora aperta perchè il rischio di una rinuncia è più vivo che mai e potrebbe mollare per qualsiasi motivo come il lavoro, la carriera lavorativa, problemi di famiglia, problemi economici, problemi fisici, cioè per tutte quelle difficoltà della vita che l'Arte stessa si propone di combattere con il giusto atteggiamento. Molti allievi sono caduti in questo vortice turbinoso perchè non hanno compreso il fine ultimo dell'Arte stessa e questa è una colpa da imputare in parte al loro insegnante che o non si è mai prodigato in ta senso, oppure lo ha fatto in modo superficiale. Infatti, l'Arte del Jeet Kune Do è una via di realizzazione del Sè attraverso la quale la tecnica sublima un'anima che ha bisogno di evoluzione, perchè siamo qui in questo mondo materiale denso, per fare l'esperienza della vita umana e questo richiede molto coraggio, il coraggio di scendere da esseri disincarnati in un corpo materiale per vivere in un mondo di materia fatto di una difficile reale illusione. Questo purtroppo lo dobbiamo fare per via un debito karmico di causa-effetto e dal quale non si scappa. Non si è capito che nell' Universo esiste la fratellanza, non esiste l'elemosina, l'avarizia o il tenere tutto per se. Chi è più avanti deve elargire la conoscenza  a chi è più indietro perchè abbiamo bisogno tutti di consapevolezza per evolvere verso la meta finale ma come scritto sopranzi, il viaggio è più importante della meta, cioè il come è molto più rilevante del quando. Ovviamente per via del libero arbitrio, ci saranno sempre coloro che sceglieranno di rimanere indietro, ma questo fa parte del piano evolutivo ovvero di un equilibrio interplanetario su vasta scala. Così, Il praticante percepisce di avere un qui e ora, una propria interiorità ma tuttavia non riesce a trovarli perchè ha bisogno ancora della tecnica, unico metro di misura oggettivo per poter avanzare nella scoperta del proprio se, però questa volta sente di avere bisogno di una pratica orientata per non soffocare la propria istintività e il Maestro lo sprona a trovare soluzioni e soprattutto nuovi interrogativi.  

 

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