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Blank Jeet Kune Do​
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PROCESSO A OAKLAND ! TRA MITO E REALISMO
L’Autunno (mese di Dicembre) del 1964 è una stagione speciale per il Maestro di Wudang /Shaolin del Nord Wong Jack Man, che partito da S.Francisco con 5 allievi, si diresse verso il JunFan Gong Fu di Brodway Avenue di Oakland. Dopo giorni e settimane di avvisi, messaggi e tensioni in crescendo l’ora era finalmente arrivata. Questa resa dei conti che si verificò con appena un manipolo di testimoni a porte chiuse, vide due artisti marziali di soli 23 anni in un confronto complementare: il meditativo e tradizionale Yin - Wong. ed il dinamico mostro esplosivo di S.Francisco Yang - Bruce Lee. Il Vecchio contro Il Moderno. ​
Il perdente avrebbe, secondo la tradizione cinese chiuso la propria Scuola, e sopportato il peso di questa sfida all’ombra di se stesso, molto a lungo. Erano presenti la moglie di Bruce all’epoca incinta di Brandon e l’amico fraterno James Yimm Lee, di 20 anni più anziano. La sfida tra Bruce Lee e Wong Jack Man segnò un percorso, una linea di demarcazione tra tradizione e innovazione, un vero trampolino di lancio per la costruzione di un mito, intriso tra leggenda e realtà che diede inizio alla rinascita del Piccolo-Drago. La celluloide, su questo episodio ha più volte “toppato”, inventando storie al limite della fantasia popolare, inesistenti, ma molto redditizie dal punto di vista del botteghino. Come al solito la mitologia è più attraente della realtà.
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OAKLAND
Negli anni 60 la Bay Area di S.Francisco è un brulichio di artisti marziali immigrati dalla Cina, Hawai, Giappone ecc. Bruce Lee grazie all’interessamento di James-Lee lascia Seattle ed arrivato ad Oakland, entra in contatto con questa comunità di grandi Artisti Marziali tra cui l’Hawaiano Wally Jay ed il padre del Kempo Americano Ed Parker. Oakland esprime il grande sogno di Bruce Lee, realizzato e vissuto nella pratica e nella discussione ricerca e studio delle Arti Marziali. Un eccezionale periodo di incubazione formativa, tramite contatti di alto livello con veri professionisti marziali primo tra tutti James-Lee, grande esperto di Kung Fu, dalla cui incessante e continua collaborazione nascerà il Jeet Kune Do.
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IL KUNG FU DI CHINATOWN
Bruce Lee è sempre stato molto critico con la cultura delle Arti Marziali tradizionali e da questa sentenza non si esimeva nemmeno il Kung Fu tradizionale della China-Town di Oakland. Inoltre appena giunto a San Francisco soffriva ancora di quel carattere immaturo da bullo spavaldo e molto sicuro di se, che fu la causa della sua dipartita da Hong Kong. Pochi sanno che diede inizio ad una serie di tensioni ed episodi poco piacevoli appena giunto a S. Francisco dove la Chianatown era chiusa agli “STRANIERI” ed il Kung Fu impersonava la figura dei Maestri Lau-Bun e Ty Wong, i quali diressero la cultura marziale per circa 30 anni nella “Port-Smouth Square” di S.Francisco.
Shifu Lau-Bun che insegnava l’Hung-Sing era molto tradizionalista e rigido nell’insegnamento: non ammetteva comportamenti violenti tra gli studenti e nemmeno incontri clandestini, quegli incontri tra i tetti che avevano supportato l’età giovanile di Bruce ad Hong Kong nei primi anni 50. Il Maestro Ty Wong arrivò a S.Francisco negli anni 40 dove si aggregò come membro alla Scuola di Lau Bun e presto si fece una reputazione di rispetto come “Eliminatore”, ripulendo i quartieri di ChinaTown da teppisti ed ubriaconi.
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Fondò la sua scuola che chiamò Kin Mon o “Casa dei Cittadini Forti” fondata su estreme regole ed un severissimo codice di condotta. Quando Bruce Lee arrivò a San Francisco, logicamente nella China-Town, andò alla ricerca di una scuola di arti marziali, approdando a quella di Lau-Bun, e successivamente, di Ty Wong. Qui guidato da un ego smisurato, commise l’errore di voler far prevalere la superiorità del suo Wing Chun, mettendosi ad eseguire alcune sequenze e lo invitò a dimostrare il contrario con una sfida.
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Ty Wong, che in passato conobbe il padre di Bruce, saggiamente rifiutò l’invito e lo invitò ad uscire dal Kwoon accompagnandolo alla porta.
Ma mentre Bruce stava per uscire si girò all’improvviso per attaccare Ty Wong che non si fece sorprendere e rispose con uno schiaffo in faccia. A questo punto gli disse di sparire e di non farsi più vedere.
I vari testimoni presenti al fatto, sparsero la voce di questa gravissima irriverenza, al punto che tutta la comunità cinese di arti marziali si arrabbiò moltissimo contro Bruce.
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Ma Bruce era fatto male, era critico, arrogante, irrequieto e irrispettoso nei confronti degli anziani, comportandosi immaturamente e finendo inevitabilmente nei guai.
La sua idea era che nessuno poteva resistere al suo pugno ad un pollice e la spargeva ai 4 venti.
Era un ego-maniaco, uno sbruffone e pensava di poter lanciare sfide a destra e a sinistra a tutti i migliori artisti marziali del mondo.
Sembrava come se non ci fosse un domani, come se fosse sempre in pericolo la sua reputazione e la sua abilità.
Il motivo della sfida nacque proprio dalla sua mentalità minimalista e da super-macho nei confronti degli altri.
La favola del razzismo non c’entra proprio nulla,ovvero che fosse dipesa dal divieto da parte degli Anziani di insegnare ai non cinesi, è quello che egli volle raccontare a Linda per nascondere il pessimo carattere del marito!
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Nel periodo in cui Lee pubblicò il suo libro, arrivò a Chinatwon da Hong Kong un maestro di Wudan/Shaolin (della Famiglia Jing Wu - allievo di Siu Hon San) chiamato Wong Jack Man, per la sua grande abilità ed il suo stile molto acrobatico, basato su attacchi lunghi e veloci. Ben presto Wong Jack si fece un certa reputazione nell’ambiente, al punto che impressionò molto positivamente tutta la comunità cinese di Arti Marziali, che lo accolse con grande disponibilità. Il suo Stile era l’antitesi del Wing Chun di Bruce Lee, trambi ma stranamente per ironia della sorte entrambi avevano praticato con lo stesso maestro.
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Tuttavia, la comunità cinese è da sempre stata molto ermetica e nello stesso garage-scuola privata di James Lee, gli allievi non cinesi erano veramente molto pochi, anche se si poteva contravvenire a questa regola. Infatti, vero era che anche se esisteva una certa reticenza nei confronti dei "Diavoli Bianchi", se si veniva presentati da un allievo cinese che ne garantiva le qualità di probità, non esistevano problemi.
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Non ci sono prove concrete a sostegno della Teoria del “CHINESE-ONLY”, questo è ciò che è stato scritto e diffuso dai media, dai film apparsi in epoca più contemporanea. A sconfermare questa regola è la prova di un’intervista rilasciata alla rivista Balck-Belt Magazine da parte di Ark-Wong (un collega di Lau Bun) nel 1965, il quale affermò la disponibilità della comunità cinese ad insegnare il Kung Fu a chiunque.
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Tuttavia la verità sta nel mezzo perché la formazione di una classe mista a Seattle nella scuola di Bruce, fu una novità nei primi anni 60, nel senso che non esistevano classi di studenti occidentali e cinesi insieme o quanto meno l’accolta dei “Diavoli Bianchi nelle classi di Kung Fu Cinese, non era sbandierata ai quattro venti. Questo però non scagiona il pessimo carattere giovanile di Bruce Lee. Ne era un chiaro segno indicatore ciò che venne mostrato al grande pubblico nella serie Kung Fu: il protagonista dal soma orientaleggiante doveva viaggiare a piedi, calandosi nel ruolo dell’eroe senza macchia e senza peccato.
La piaga del colore della pelle così come altri tabù in voga nell’America del dopo guerra, non era cosa da poco: esisteva la differenza razziale e questo aveva un peso non indifferente sulle scelte e decisioni di ogni singolo cittadino americano.
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Inconfutabile è la prova di questa discriminazione : l'industria cinematografica di Hollywood non era pronta ad investire il suo prestigio in un attore sconosciuto e per di più cinese. Ciò dimostra che l’America ed il popolo americano di quel tempo, avevano i propri scheletri nell’armadio e non è in dubbio che la comunità cinese fosse prevenuta nei confronti del paese che la ospitava. Esisteva una tacita tolleranza, ma in realtà anche se i cinesi hanno costruito la via ferroviaria americana, una vera e propria loro integrazione sociale, non è mai avvenuta, perché senò non si sarebbero mai formate le città cinesi con i loro quartieri.
Il problema è sempre stato sottovalutato, tanto è vero che è fortemente sentito anche ai nostri giorni dove tutte le le comunità cinesi vivono nelle grandi città del mondo, isolate nella loro cultura millenaria e molto ermetica. Ancora oggi entrare a far parte di una Comunità Cinese o avere dei contatti con essa per un “Diavolo Bianco” è molto difficile.
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L’ERETICO
Nel 1964, Bruce carica la sua critica vs stili e sistemi inutili, ricevendo pesanti rimproveri dai vari “nuotatori sulla terra ferma” e fautori della disperazione organizzata. Secondo questi, non c'è nessuna possibilità di farlo ragionare!
Con il suo biasimo esasperato, si rivolge verso lo stile di Kung Fu detto “Shaolin del Nord” e trasmette i suoi aspri giudizi e le sue inappellabili sentenze ad un sempre più crescente numero di artisti marziali qualificati.
Al Torneo di Long Beach nell'Agosto del 1964, mette pubblicamente a nudo molte note dolenti delle Arti Marziali Classiche, come ad esempio la posizione del cavaliere, umiliando la sera prima numerosi artisti marziali presenti alla pre-dimostrazione e facendosi passare come un dissidente ed un eretico, al punto da scatenare una certa rabbia e volontà di sobillare una zuffa.
Poche settimane dopo al Sung Sing, Teatro nella China-Town di S.Francisco, Bruce diede un replay della stessa dimostrazione coadiuvato dalla Cintura Nera di Kempo Americano Dan Inosanto (divenuto suo allievo), ma andando oltre ogni limite accettabile, dichiarando che i maestri di Kung Fu Lau Bun e Ty Wong erano delle “Tigri senza denti” in quanto il loro Kung-Fu era inefficace perchè basato sulla fantasia, un gravissimo insulto da parte di un giovane marzialista irriverente, verso due membri rispettati della comunutà cinese di ArtI Marziali e soprattutto Anziani.
A questo punto il confronto con Jack Man divenne inevitabile per logica conseguenza.
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Era già successo un’altra volta a Seattle qualche anno prima, quando durante una dimostrazione pubblica, Bruce venne duramente criticato da una cintura nera di Karate locale, un certo Yoichi Nakachi. Nakachi lo perseguitò ed insistette con le sue pesanti insinuazioni e commenti negativi per settimane, sino a quando la sfida pubblica fu praticamente un must!
A questo punto Bruce lo liquidò in 11 secondi terminandolo con un calcio di punizione che gli fratturò il cranio. Egli non aveva pietà e soprattutto non era nuovo a queste conclusioni!
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UNO DEI DUE
Uno dei quesiti che impera ancora nella storia del combattimento tra Lee e Wong Jack Man, è perché venne scelto proprio quest’ultimo. Ci sono tre motivi fondamentali in questa scelta:
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Il Primo era che Jack Man stava per aprire la propria Scuola a ChinaTown. Questo fatto in qualche modo avrebbe infastidito il suo rivale dal punto di vista strategico della concorrenza.
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Il Secondo perché Lee doveva ricevere una lezione che lo ridimensionasse.
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Il Terzo motivo più popolare, secondo uno degli accompagnatori di Wong, il Professore di TaiJi David Chin; è che Wong fu vittima di una specie di complotto organizzato dagli Anziani e si ritrovò obbligato nella sfida a giochi fatti, dopo che venne consegnata la pergamena al Junfan Gong Fu di Brodway. ​
Ma chi erano le cinque persone che accompagnarono ad Oakland Wong Jack Man?
Uno era David Chin come detto, gli altri erano Chan-Keung detto “Bald Head” (Testa Pelata), che assieme a Chin frequentava la Yee Yau Seah (“La Soffice Scuola”) un TaiJi Club che era nato nella ChinaTown agli inizi degli anni 30. Gli altri tre erano un trio di guerrieri che rispondevano ai nomi di Ronalf Ya Ya Mu – Martin Wong e Raymond Fong. Erano li solo in veste di testimoni.
Anch’essi erano legati al Club di TaiJi. I testimoni per Bruce furono come detto la moglie Linda e James Lee. Dopo la sfida, Wong Jack Man rimase molto a lungo chiuso ed ermetico sull’avvenimento.
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Sia la moglie Linda che Chin, trovatisi ai lati opposti della sala hanno dato più o meno la stessa versione della sfida e questa è la versione di David Chin:
“L’incontro avvenne al JunFan Gong Fu Institute di Brodway (OAKLAND) a fine Dicembre del 64, in seguito alla consegna di una pergamena nella quale se ne riportavano i dettagli e le motivazioni:
Wong Jack Man arrivò con un gruppetto di persone me compreso, mentre gli altri due testimoni erano della controparte (Linda Lee incinta di 8 mesi del primogenito Brandon & James Lee l’amico padre-maestro di Bruce).
Si fronteggiavano due esperti di Kung Fu nei loro rispettivi stili: Bruce per sostenere la sua posizione e la validità della propria Scuola e Wong Jack Man per difendere l’immagine e gli interessi della Comunità Cinese di Arti Marziali.
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Il combattimento fu selvaggio, veloce e furioso, con scambi grezzi e poco raffinati, privo di effetti scenici e coreografici. Non durò più di 7 LUNGHI INTERMINABILI minuti. Dopo aver inizialmente colpito Wong, Bruce lottò come una tigre furiosa, ma si ritrovò improvvisamente senza fiato e senza forza. Non riusciva più ad esplodere i suoi colpi veloci sebbene avesse ancora stamina.
Wong dal canto suo, non essendo in grado di contrastare l’irruenza e la velocità di Bruce, battè in ritirata. Tuttavia egli era un combattente molto abile ed il suo Footwork lo portò più volte fuori dal raggio di azione delle tecniche di Bruce, il quale dovette sudare e faticare non poco per metterlo in difficoltà! Alla fine Wong dovette accusare dei colpi alla testa che lo destabilizzarono: sfortuna volle, che indietreggiando inciampò e cadde, con l’avversario che gli fu sopra in un attimo e continuava a colpire...
Bruce ad un certo punto urlo in cantonese:
“Ne hai abbastanza? Ti arrendi?” A Wong non rimase che la resa. Così io e gli altri fermammo subito il combattimento.” Le versioni di questa storia che seguirono furono tra le più stravaganti e fantasiose.
Ma questa è la versione reale dei fatti.
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Il “Dopo Incontro” non fu meno dell’Incontro stesso, avviando una certa mitologia popolare ed un alone di mistero che autorizzò i più facinorosi a montare storie assurde.
Si era perfino sparsa la voce di una rivincita, che però non avrebbe potuto mai avvenire, vista la marcia di Lee sulla strada della superiorità contro l’inferiorità altrui, anche se poi egli dovette ricredersi, dato che questa sua sobrietà durante la lotta è venuta meno!
La sua lunga lingua ha viaggiato più veloce dei fatti: i tempi erano maturi per la nascita del suo Jeet Kune Do, una nuova Via sulle Arti Marziali sintetizzata grazie alla lungimiranza di Jammes Lee che aveva presentato a Bruce artisti marziali innovativi ed eclettici come Wally Jay ed Ed Parker.
Senza Wong Jack-Man, il Jkd non sarebbe mai nato. La presa di coscienza e la consapevolezza della necessità di una preparazione fisica adeguata condussero Bruce a rimettere tutto in discussione!
Dopo l’incontro, la moglie Linda, ha più volte raccontato di avere trovato il marito seduto sulla scalinata del retro palestra molto abbattuto e deluso per la scadente prestazione! La verità era che questa volta non andò come a Seattle; sostenere una lotta feroce per 7 minuti ad elevato ritmo, richiedeva delle qualità fisiche speciali: la verità mai ammessa da Bruce Lee era che egli aveva trovato un osso molto duro da rosicchiare e avrebbe potuto rompersi qualche dente. Perciò dobbiamo in tutta onestà ammettere con grande franchezza, che il vincitore ha avuto la sua "Buona Stella"...Altrimenti non si spiegherebbe il motivo di questo affranto e la successiva necessità di una rivoluzione nel campo del condizionamento fisico.
Questo è Il “Take-Way” sulla lotta contro Wong Jack. Tuttavia un sostegno alle teorie di Bruce propinate nel 65 viene dallo stesso giovane David Chin che guidò il manipolo di testimoni:
“Le critiche mosse da Bruce in quegli anni erano vere ed io ero pienamente d’accordo con lui perché aveva ragione!”
Come dire Bruce ha avuto il coraggio di andare contro corrente e di aprire una strada irta dai rovi.
Egli sin da giovane amava la rissa, le sfide con catene e coltelli tra bande rivali, i Gesuiti furono incaricati dalla famiglia della sua educazione ed i Saveriani di raddrizzargli la spina dorsale.
Ma nemmeno il gran Maestro Yip Man riuscì nell’ intento di incanalare le sue energie esplosive.
Tutt’altro, il Kung Fu di Yip Man lo trasfromò in una specie di scheggia impazzita ormai incontrollabile: a 18 anni una rissa brutale ai limiti dell’omicidio avvenuta sempre sui tetti di Hong Kong, costrinse il padre alla decisione estrema di spedirlo lontano dai guai in America.
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Se fosse rimasto sarebbe finito nelle lista della polizia degli osservati speciali di Hong Kong e molto probabilmente avrebbe fatto una brutta fine. La famiglia venne denunciata dai familiari del ragazzo della banda rivale che ebbe il cranio fracassato e dovette pagare danni ingenti.
La sua maturazione avvenne negli States, grazie alla sapiente azione di James Lee e della moglie Linda, ma il suo “Way of Life” in America continuò comunque, trasformandosi in un qualcosa di impossibile da sopportare con prove continue di esibizionismo a scapito dell’altrui abilità, con un culto esasperato del corpo e critiche impietose su tutto e contro tutti. Contraddizione della sorte fu che la scusa pretestuosa della sfida con Jack-Man divenne una regole più inflessibili della sua Scuola: "Non ci si poteva accedere salvo presentazione!"
Il suo sogno americano era aggredire la vita come un bulldozer, sino a quando ci pensò la Filosofia a calmare il suo animo impazzito ed a fargli affrontare il fato con l’astuzia orientale. Tuttavia la sua indole ribelle alle congetture, agli schemi ed alle regole, gli rimase cucita addosso come un vestito ed a prova di ciò fu il fatto che venne trovato morto sul letto di una sua amica cinese, Betty Ting Pei e che l’autopsia trovò delle tracce di canapa indiana nel suo stomaco.
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Insomma questa vuole essere una critica costruttiva che ne ridimensiona il mito e lo riporta tra gli umani e la debolezza umana, fermo restando che Bruce aveva delle grandi doti come artista marziale che sconfinavano in una smisurata abilità. Da quando è morto nessuno sino ad ora è più riuscito ad eguagliarne le gesta ed a superarlo, perché c’era in lui la sregolatezza del vero genio, la vera illuminazione e ci vorrà ancora molto molto tempo, prima che un nuovo profeta delle Arti Marziali riesca in una simile rivoluzione!
GING - LAI !
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